Jacopo Marotti Counselor

Ascolto e Sostegno agli Ammalati

«L’unico rimpianto è aver dovuto scoprire di morire per cominciare a vivere». È la frase che Lucio Battistini, protagonista del libro Cento giorni di felicità di Enrico Brizzi, pronuncia dopo aver metabolizzato la notizia che l’«amico Fritz» ha detto stop.

Penso che non abbia alcun senso sforzarsi di spiegare bene la propria proposta se qualcuno, casualmente, lo ha già fatto molto meglio! Infatti, questo splendido libro è intriso della mia idea di ascolto e sostegno professionale per chi, ammalato, vuole davvero cominciare a vivere, come forse non aveva mai fatto prima …

Non ho nessun merito per essere ricordato ufficialmente. Per giustificare una lastra di marmo su un palazzo. Una lastra davanti alla quale qualcuno passi e dica: “Fammi vedere un po’ su Wikipedia chi era ‘sto Battistini!” Eppure ho una moglie e due figli che amo, degli amici meravigliosi, una squadra di ragazzini che darebbero la vita per me. Ho fatto degli errori, altri ancora ne farò, ma ho partecipato anch’io alla festa. C’ero anch’io. In un angolo magari, non ero il festeggiato ma c’ero.

Perché Cento giorni di felicità?

Non a tutti è concesso di sapere in anticipo il giorno della propria morte. Lucio Battistini, quarantenne ex pallanuotista con moglie e due figli piccoli, invece lo conosce esattamente. Anzi, la data l’ha fissata proprio lui, quando ha ricevuto la visita di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro al fegato che ha soprannominato, per sdrammatizzare, l’«amico Fritz». Cento giorni di vita prima del traguardo finale. Cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri figli, giocare con gli amici e, soprattutto, riconquistare il cuore della moglie, ferito da un tradimento inaspettato. Cento giorni per scoprire che la vita è buffa e ti sorprende sempre. Cento giorni nei quali Lucio decide di impegnarsi nella cosa più difficile di tutte: essere felice. Perché, come scriveva Nicolas de Chamfort «la più perduta delle giornate è quella in cui non si è riso».

L’idea di questa tipologia di Mindfulness Counseling nasce dal desiderio di venire incontro alle esigenze affettive e pratiche degli ammalati nel percorso di fine vita, con l’intento di restituire loro l’opportunità di ricostruire rapporti, far emergere desideri mai espressi e facilitarne la realizzazione, lasciare un’impronta indelebile nel ricordo di chi si ama.

Per maggiori informazioni sul Mindfulness Counseling (raggiungimento di un grado massimo di consapevolezza di sé, ponendo l’accento sulla qualità della relazione, dell’ascolto e della presenza) contattatemi per un primo incontro gratuito.


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